Scritto da Maria Grazia Labellarte | Categoria: Cultura | Pubblicato il 02/12/2024
Durante le prossime celebrazioni natalizie, nelle chiese del patriarcato latino di Gerusalemme si pregherà per la fine della guerra a Gaza e in Libano, e per tutti quei Paesi attanagliati da conflitti e tensioni. È quanto affermato dal card. Pierbattista Pizzaballa, in Giordania, nel quale il cardinale ha discusso della situazione generale nella regione, in particolare a Gaza, nei territori palestinesi, a Gerusalemme e in altre città della Cisgiordania. Il patriarca, secondo quanto riporta il sito abouna.org, ha ribadito l’impegno del Patriarcato per un cessate il fuoco su Gaza e per fornire aiuti alla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza City, e alle famiglie vicine. Il patriarca ha elogiato gli sforzi del Regno hashemita per portare aiuti ai più vulnerabili. Il card. Pierbattista Pizzaballa, giá a settembre aveva ricordato come “sotto la guida del Re Abdallah II, la Giordania stia cercando di modernizzare la vita politica e di andare avanti nel rafforzamento della vita dei partiti, nonostante tutte le varie sfide che circondano il Regno. Questa visione – annota il patriarca, la cui giurisdizione pastorale si estende anche in Giordania – richiede sforzi concertati e la partecipazione di tutti per rendere questo processo un successo, che migliorerà i risultati e costruirà un futuro migliore”.
Scritto da p. Lorenzo Farronato MCCJ | Categoria: Cultura | Pubblicato il 31/10/2024
Anita è una giovane e brava mamma con una bella squadra di figli e un buon marito o compagno, che dir si voglia. La loro vita non è certo tenera e di problemi ne hanno fin troppi. Stupisce e che, nonostante tutto, tutti affrontino la realtà con serenità con fiducia e con il sorriso, dandoci lezione su come vivere confidando in Dio Padre. Benché conosca “come se la passano” ho chiesto ad Anita di raccontarmi qualcosa.
Mi chiamo Anita, ho trentacinque anni e vengo da Alegu che come sai è a trenta chilometri da Isiro. Sono figlia unica e fino all’adolescenza, vivevo con la mamma, che era stata abbandonata da mio padre, che è andato per i fatti suoi e che, da quanto so, è morto. Probabilmente ha avuto un’altra donna. Mia mamma mi mandò qui a Isiro, accolta dagli zii perché potessi studiare.
Dove abitavi a Isiro?
Abitavo qui nella parrocchia di Sant’Anna dalla “mamà leki” la sorella minore della mamma. Qui incontrai Kembo (che significa Gloria ed un è nome maschile), la cui famiglia era originaria di Alegu. Iniziammo a frequentarci e ci mettemmo assieme con l’accordo di mia mamma che mi raccomandò di essergli sempre fedele, cosa che osservai come testamento della mamma che morì proprio in quei mesi. Anche due zii morirono nello stesso periodo.
Scritto da Gabriella Licata | Categoria: Cultura | Pubblicato il 22/09/2024
E' in natura che vi è la risposta a tutto.
C'è qualcosa di più della GUARIGIONE del CUORE. Il cuore dell'albero si regge attraverso le sue radici e se le sue radici sono ammalate, neanche il suo cuore reggerà.
La guarigione ha un senso profondo e altissimo, due parole discordanti che viaggiano nella stessa direzione. Come fanno a viaggiare nella stessa direzione se uno va in alto e l'altro punta in basso? Assolutamente possibile, partire dal basso per arrivare in alto, complesso, faticoso, delicato, ma possibile, perché nulla è impossibile a Dio Padre onnipotente; certo è che il contadino deve costantemente collaborare e relazionarsi con il suo CREATORE. Di generazione in generazione, di RADICE in radice, la sua MISERICORDIA si stende su quelli che lo temono, ovvero che lo AMANO. Se non si fa pace con le nostre radici non può esservi alcun incontro fra umano e divino, il bastone d'inciampo allo slancio verso il cielo. Il perdono è lo slancio indispensabile alla guarigione. Perdono verso sè stessi, perdono verso il prossimo. Noi abbiamo puntato esclusivamente e forse erroneamente sulla sola guarigione del cuore, ma le radici sono l'anima.
Scritto da Myriam Maglienti | Categoria: Cultura | Pubblicato il 12/08/2024
“Posso far fronte a tutte le sofferenze perché Cristo me ne dà la forza ” (Filippesi 4,13)
Umanamente potremmo chiederci come mai Serena desse così importanza alla preghiera. Cosa aveva compreso nei suoi pochi anni di vita terrena nell’atto dell’orationes? Cos’è dunque la preghiera se non un’ invocazione dello Spirito Santo, una pratica che accomuna molte religioni e che amplia il dialogo con il Regno di Dio.
Ecco perché conoscere la vita e le opere di Dio Padre Nostro Signore serve a poco, in quanto a questo deve seguire necessariamente una vita adeguata e consacrata nello spirito. Momento estremo di tale elevazione è la preghiera. Servirsi della preghiera vuol dire entrare in un dialogo con Lui e con ciò che lui vuole comunicarci. A nostra insaputa Dio stabilisce e si riserva un tempo ed uno spazio su cui sostare dentro di noi, come quello ricercato e sperimentato con Gesù. Egli stesso, il figlio di Dio, sperimentò l’incontro solitario o nello specifico un rapporto sincero e fiducioso con il Padre. Gesù prima di noi ci insegna a pregare e a riporre ogni paura nell’ascolto vivo e paterno di Dio.