Scritto da Vito Fascina | Categoria: Formazione
1. Testimoni del discernimento
Roberto Fusco, autore di “Dio è bello (da morire)”, edizioni San Paolo, ci conduce in un itinerario ascetico, con una finalità meravigliosa: riscoprire la nostra infanzia spirituale, allenando la nostra mente, il nostro cuore e le nostre mani al contatto personale e comunitario col Padre.
Mosè, Guglielmo di Saint-Thierry, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Francesco d’Assisi, non tralasciando Angela da Foligno e Suzanne Vega, cantautrice americana dei nostri giorni, sono esploratori privilegiati dell’esperienza mistica, dello sguardo che si fa lieve e silenzioso, per lasciare spazio all’Amore.
Ecco che riflettendo su Mosè sorge un grande quesito di senso, come un delineatore per strade di montagne: “Perché questa esperienza sembra essere riservata a così poche persone, quasi debbano rappresentare un’élite di pochi divinamente prescelti che tengono per sé questo dono segreto e inaccessibile ai più?”.
Si apre a raggiera un sentiero, un percorso, affluenti di pensieri e di vite reali, che partono da affermazioni successive: “Dio vorrebbe dare a tutti uno sguardo contemplativo, capace di leggere la realtà come lui stesso la vede: è quello sguardo, per esempio, di cui sono arricchiti i puri di cuore (cfr. Mt 5,8) – di cui Gesù parla nelle beatitudini --, perché essi sono in grado di vedere Dio in ogni piega della loro esistenza. Il punto è che, per ottenere questo sguardo contemplativo, è necessario che i nostri occhi imparino a vedere realmente: e perché questo avvenga è necessario che siano puliti e purificati da tutte una serie d’incrostazioni, di filtri e di paraocchi che ci impediscono di vedere davvero”.