Scritto da Giovanni e Laura Lentini | Categoria: Formazione | Pubblicato il 01/09/2024
Baruc 3,35: egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
Luna e stelle illuminano il buio della notte. Scandiscono il tempo, quando il Sole tramonta e si iniziano ad intravedere in lontananza ci accompagnano a fine giornata. Ma c’è di più, secondo Martina (universitaria del Corso di Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche): gli astri ci guidano, ci orientano; designano la direzione per tornare sempre a casa, aggiunge Giovanna, studentessa al primo anno di Economia e Menagement. Una volta, prima dell’invenzione delle bussole e di tutti i marchingegni tecnologici, era la Stella Polare ad indicare il Nord. Per non parlare della Luna che agisce sulle maree, importanti per la navigazione, la pesca e fonte di energia rinnovabile (Martina).
E poi, grazie alle sue fasi di Luna Piena e Luna Nuova, il nostro satellite si può associare simbolicamente alla rinascita, ad una nuova vita, ad un nuovo inizio, dice Marco (studente al quarto anno di Giurisprudenza). Luna e stelle, poi fanno bene all’amore. Cosa c'è di più suggestivo di fermarsi a guardare i puntini luminosi del cielo? Osservare le stelle e magari esprimere un desiderio ogni qual volta si vede una "stella cadente" soffiano sul fuoco dell'amore ― indulge ad una romantica scaramanzia Luca, (22 anni, Ingegneria Gestionale).
C’è davvero di che essere grati, con Baruc, per così grandi doni. E se scendiamo a livello sub-microscopico, la meraviglia assume i toni della vertigine.
A seguito di incontri catastrofici tra gli astri, i metalli sono finiti anche qui, nella crosta della nostra terra e da lì nel corpo degli esseri viventi dove servono per utilizzare l’ossigeno, produrre energia, dare resistenza alle strutture portanti.
La più appariscente delle proprietà dei metalli però è la lucentezza che, così, ne ricorda l’origine. Sono stati creati nel cuore delle stelle tanti anni fa. Grazie alla loro costituzione particellare possono riflettere qualsiasi radiazione luminosa incidente. Così, ogni punto di una superficie metallica si comporta come una sorgente luminosa. Metalli preziosi, tutti, e non solo oro e argento.
Qualcuno ha paragonato i giacimenti minerari agli scaffali di un supermercato. Avete notato che finché un esercizio commerciale gode di buona salute, gli scaffali sono sempre pieni? Il personale provvede a ripristinare il contenuto per darci la sensazione di una disponibilità infinita. Al contrario, quando cominciano a comparire lacune… beh, cattivo segno: le cose non vanno bene. Ora gli scaffali della nostra cara terra cominciano a presentare sofferenze: alcuni metalli importanti ― litio, magnesio, cobalto ― cominciano a scarseggiare e nessuno può ripristinarne le scorte. L’agognata transizione energetica dal carbonio alle fonti rinnovabili rischia di incepparsi ancor prima di essere veramente partita: come produrremo le batterie necessarie se abbiamo già depauperato (depredato?) i giacimenti dei paesi in via di sviluppo? Abbiamo sfruttato la terra senza badare a spese ma ora arriva il conto. Dobbiamo usare meglio quello che è rimasto e recuperare ciò che abbiamo sprecato. Siamo fatti degli stessi elementi delle stelle. Abbiamone cura.