Scritto da Vito Fascina | Categoria: Cultura | Pubblicato il 03/09/2025
A Emilio Lonero,
protagonista dell’Italia costituente
e acuto esegeta del grande
cinema italiano
Gli ultimi due articoli, che proponiamo ai lettori della bella rivista di Castellana, si soffermeranno su due temi forti e carichi di speranza.
Il primo, l’undicesimo appuntamento, parla del perché Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis verranno proposti dalla Chiesa Cattolica, il 7 settembre, come santi. Per loro si deve usare ragionevolmente la frase di Agostino: “ci avevi bersagliato il cuore con le frecce del tuo amore (Confessiones 9,2,3)”.
Santo non è un uomo, una donna che si muove nel solo recinto del sacro, ma che si tuffa, con coraggio estremo e ardore, nel fuoco del mistero di Dio.
Eliminiamo subito un possibile fraintendimento: si può essere santi soltanto se si nasca poveri, se nella vita si salga ai vertici dell’amore, partendo dalla miseria sociale. Così non è; ogni persona con un’adesione totale al Vangelo ha una storia diversa e il suo cammino, da qual punto abbia inizia, racconta di tribolazioni, sofferenze, prove, tentazioni e di un’unicità piena di comunione con gli altri esseri umani: la povertà diviene, perciò punto di arrivo, un reale distacco, abbandono del superfluo e vera pienezza di vita e felicità, grazie all’abbondanza dei doni di Dio, ricevuti nel corso della vita. Aggiungiamo che il processo, che qualifichi una vita di accoglimento della Grazia e di adeguata risposta al dono, s’incrocia con l’esistenza e le vite di altri campioni dell’Amore.
Ecco a Torino, Frassati si muove in scia del grande Giovanni Bosco, il cui eco è fortissimo a cavallo fra Otto e inizio Novecento, ma è la raffigurazione di un giovane che appartiene a Santa Romana Chiesa senza lasciarsi assorbire da una specifica realtà religiosa di quelle che frequentò: Gesuiti, Domenicani, Salesiani, Azione Cattolica, grazie a ciascuna di esse si formò, apprendendo che cosa significhi esser battezzato in Cristo e appartenere alla Chiesa Cattolica (1), e … senza dimenticarsi la sua partecipazione al mondo vincenziano per il voler stare accanto ai più poveri: uno stupendo mix di laicità, innervata della più fervente religiosità.
Carlo partecipò alla Chiesa milanese, nei brevi anni presso il Leone XIII dei gesuiti milanesi, ma coagulò nel suo sangue di martire bianco, due grandi amori: l’Eucarestia e la Madre del Salvatore, Maria. La profonda vicinanza ad Assisi, favorì in lui la conoscenza e la familiarità con il messaggio di Francesco. Per lui la Via della Croce, percorsa con tanto rigore del suo San Francesco, era inimitabile (2).
Entrambi, udite, udite, venivano da due famiglie agiate, per non dire importanti, negli anni in cui i due giovani amarono e spesero la loro vita come ostie viventi.
Il figlio di Alfredo Frassati e di Adelaide Ametis ebbe un padre profondo conoscitore della politica quotidiana e di alto prestigio, amico vero di Giovanni Giolitti; fu direttore e proprietario de “La Stampa”, giornale che ebbe il coraggio di opporsi al crescente diffondersi del fascismo mussoliniano: cosi pieno di talento giornalistico e di amor di patria, venne mandato a Berlino come ambasciatore d’Italia. La famiglia viveva alla Crocetta, quartiere tra i più elevati della buona borghesia torinese. Carlo è figlio di Andrea Acutis, noto per il suo inserimento nei grandi circoli della finanza italiana e mondiale. La sua discrezione nella vita del figlio, nel proporci l’opera sua, è stata ampiamente colmata da Antonia, la moglie, che si è resa disponibile, in ogni luogo dove è stata invitata, per far conoscere l’ordinarietà della vita di un santo. Adelaide, spesso critica verso il suo Pier Giorgio, è stata sostituita, alla morte del primogenito, da Luciana, sorella del torinese e biografa eccellente per conoscere la meravigliosa vita dell’uomo delle otto beatitudini (3).
Soffermiamoci su alcuni ambiti, per conoscere meglio questi esempi di vita bella per le generazioni di giovani, non solo per età, di ieri e di oggi.
La loro vita fu basata sulla scarsa apparenza e su fatti di vera apertura al Creato e alla ricerca intelligente dell’essere umano. Pier Giorgio era un’alpinista provetto, pronto a scoprire e a far intendere ai suoi molti amici la bellezza della montagna, quella particolare ed unica delle cordate, eseguite e preparate con dovizia di attenzione e col fine di affacciarsi dall’Alto su panorami mozzafiato. Ogni ascesa aveva come finalità lo splendore del suo sguardo e la gratitudine verso chi ci ha donato tutto ciò. Oggi questo ci appare un rinnovato insegnamento, pensando alle masse d’incoscienti che vogliono riproporre la città e la sua mondanità a duemila metri, a tremila e oltre.
Carlo rispecchia il periodo di oggi e fa anche di una macchina, il computer, uno strumento idoneo per dar gloria a Dio e per incoraggiare l’uomo alla conoscenza della corretta scienza informatica. Le sue ricerche sui miracoli eucaristici, sul senso del dono per eccellenza, l’Eucarestia, dallo speciale profumo greco che richiama al ringraziamento, alla pienezza della vita se ci si affida al mistero della Croce e Resurrezione, utilizzano, se fosse necessario, anche le risorse, allora nascenti, degli apparecchi informatici per la comunicazioni sociali.
Entrambi ci riportano ad ascesi, contemplazione, misticismo e cura della parte più nobile della nostra vita: l’anima.
Dotati di una sensibilità unica, esercitano il dono della cura, dei malati, dei poveri, dei bisognosi, diventando comete con una coda di persone a loro afferenti; costoro, pregandoli, hanno voluto con ogni forza la beatificazione e la santità dei due giovani, perché a tanti fosse aperta, attraverso il loro esempio, una strada fra Cielo e terra.
Sentiamo lo studente d’ingegneria su questo tema: “Chi assiste gli infermi –affermava - è quasi sempre beato poiché è difficile sopportare le malattie degli altri con i mille bisogni, le mille noie che si portano dietro. Occorre pensarci, occorre fare il nostro dovere verso persone come queste che non possono procurarsi né medicine, né dottori. Dobbiamo ricordarci ad ogni istante che vi sono al mondo degli esseri più disgraziati di noi, con dolori e sventure maggiori delle nostre, cui manca ogni gioia, ogni sorriso, e verso i quali noi abbiamo degli obblighi e dei doveri gravissimi (4).
Commemorando il 50esimo anniversario della nascita di Pier Giorgio, così si sarebbe espresso Giuseppe Lazzati: “Straniti gli uomini, a partire dai suoi parenti, vedranno questo giovane a cui nulla sembrava mancare per essere campione di mondanità … trascinare per le vie di Torino carretti pieni di masserizie dei poveri in cerca di casa, e passare sudato sotto il carico di grossi pacchi anche male confezionati, ed entrare nelle case più squallide dove spesso miseria e vizio si danno la mano, sotto gli occhi ipocritamente scandalizzati di un mondo che non fa nulla per aiutarli ad uscirne; e farsi, con sorprendente umiltà, … questuante per i suoi poveri, e per essi ridursi al verde così da rincasare fuori orario per non avere neppure i pochi centesimi che gli bastino per il tram” (5).
Vediamo la carità di Carlo, per le strade di Milano: “Carlo aiuta i poveri, le persone meno fortunate e a volte dava l’elemosina anche a quelli che per strada gli chiedevano aiuto. Significative sono le testimonianze di due mendicanti che l’hanno conosciuto ed hanno voluto dare un riconoscimento alla sua generosità: <<Ho conosciuto Carlo Acutis, che vedevo sempre a Messa durante la settimana … essendo senza lavoro ero obbligato a chiedere l’elemosina nella Chiesa di Santa Maria Segreta. Mi ricordo di Carlo, che mi è rimasto e mi rimarrà sempre nel cuore, per la sua grande gentilezza, bontà ed educazione. Ogni tanto mi dava qualche soldo, che credo provenisse dalla sua paghetta. Di ragazzi come Carlo, purtroppo oggi se ne vedono ben pochi …>>.
<<Ho conosciuto il giovane Carlo Acutis perché chiedevo l’elemosina nella Chiesa di Santa Maria Segreta. Tutti i giorni, o alla Messa delle ore 18 o a quella delle 19, vedevo sempre Carlo partecipare. Spesso mi dava i soldi della sua paghetta, sempre intrattenendosi a parlare con me per confortarmi. Mi ricordo ancora la sua gentilezza, la sua grande generosità e la sua grande fede. Quando la mia amica Giuseppina, che avevo conosciuto nel dormitorio pubblico, a causa di uno shock depressivo si stava lasciando morire, nessuno, tranne Carlo, la madre ed io, si era interessato di aiutare Giuseppina, che sanguinava e non voleva più mangiare e bere. Carlo e la madre sono riusciti a farla ricoverare all’ospedale Fatebenefratelli, dove l’hanno curata per 40 giorni. In questo quartiere, nessun ragazzo, tranne Carlo si è mai interessato di me. Era troppo buono e puro per questa terra, non lo dimenticherò mai>> (6).
Laddove i due araldi della vera giovinezza, quella di aver un cuore traboccante di gioia e di dono per gli altri, si ritrovano all’unisono è il grande amore eucaristico: piena e quotidiana presenza di un Dio amante che non regala, come si è soliti fare una foto, prima di partire per un lungo viaggio, ma il Suo corpo ed il Suo sangue, come cibo giornaliero per il nostro pellegrinaggio sulla terra. Lasciamo ai due biografi, Cristina Siccardi, per il Frassati e Nicola Gori, per l’Acutis, alcune note conclusive su questi giganti dello spirito.
Siccardi: “Una fede granitica, illuminata e calda, senza complicazioni e acrobazie cerebrali. La fede intera, travolgente, quella dei santi, i quali trovati la Via, la Verità, la Vita di Cristo crocifisso e risorto, non si pongono più dubbi domande, ma Lo seguono, portando la propria croce, rispondendo a ogni richiamo del Salvatore, l’hospes animae. Il nuovo Parsifal entra in chiesa a capo diritto a cercare Lui, il Padrone di casa, la fonte della sua pace.
Un colpo di ginocchio a terra che si sente - non è retorica né finzione: è verità - Pier Giorgio prega, Pier Giorgio si accosta a Dio: è in lui, con lui perché non si può essere così sereni e così puri, così sorridenti e così fermi se non si porta Dio con sé, nel tempo del cuore; se la certezza eucaristica che è certezza di adesione e di reminiscenza di vita, non è scesa nella pratica come un balsamo e come un corroborante.
È la certezza della transustanziazione, è l’amore per Gesù eucarestia, è l’ardore per l’Ostia divina che rapiscono Pier Giorgio durante il Santo Sacrificio dell’altare. Poter ricevere Cristo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità è per lui il massimo gesto d’Amore di Nostro Signore per la creatura in grazia di Dio, dopo essere stato assolto nel sacramento della Confessione. Egli ha, dalla prima comunione in poi e con maggiore intensità, fino a comunicarsi quotidianamente, vissuto questo momento come il più grande in assoluto, ecco perché ogni volta che vedeva una chiesa si faceva il segno della croce, in quanto, oltre ad essere la chiesa la casa di Dio, in essa Cristo vive nel tabernacolo. Ecco perché ogni volta che entrava in chiesa o passava di fronte al tabernacolo faceva una perfetta genuflessione: tanto era rumoroso al di fuori dei contesti sacri, tanto era rispettoso e silenzioso e meditativo e orante in chiesa, nei monasteri e durante gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola (7).
Gori: “Il fulcro della spiritualità di Carlo era l’incontro quotidiano con il Signore nell’Eucarestia, che per lui << era Gesù realmente presente nel mondo, come quando al tempo degli Apostoli i discepoli potevano vederlo in carne ed ossa camminare per le strade di Gerusalemme>>. Egli diceva spesso: <<L’Eucarestia è la mia autostrada per il Cielo!>>. […] La vita del ragazzo è stata come una Santa Messa, assomigliava a quella degli agnelli immacolati, destinati ad essere sacrificati durante le festività pasquali. L’Eucarestia è stata il fulcro della sua spiritualità, era il suo Sole che contemplava incantato in quel Cielo mistico dove voleva andare a tutti i costi.
Carlo dice spesso: <<La Madonna è l’unica Donna della mia vita!>> e non manca mai <<all’appuntamento più galante della giornata>> che è quello con la recita del Santo Rosario.
Carlo sapeva che adorando il Santissimo Sacramento per almeno mezz’ora, o recitando il Santo Rosario in Chiesa, o in famiglia, o in comunità, si guadagna l’indulgenza plenaria, alle condizioni prescritte dalla Chiesa. Anche per questo Carlo si fermava spesso in chiesa per fare l’adorazione eucaristica per poi applicare l’indulgenza alle anime più bisognose del Purgatorio (8).
La storica Cristina Saccardi, con la sua biografia ricca e documentata, e lo studioso appassionato di autori mistici, e Nicola Gori, ci hanno proposto due lavori che aiutino a comprendere come hanno una marcia in più le persone, nel racconto di oggi due giovani uomini, che fanno della loro vita un cantico di lode a Dio e di cura raffinata e totale ai fratelli, nella quotidianità del vivere. Lascio al lettore i capitoli finali delle due biografie, dove Pier Giorgio e Carlo ci offrono uno spaccato di come si muoia con gioia e grandezza esistenziale, quando in vita si vive pienamente l’avventura e la scoperta del dialogo continuo col Volto dell’Amato. Buona lettura e arrivederci al 7 settembre, a Roma.
Note.
1. Pier Giorgio Frassati ha due grandi biografe: sua sorella Luciana e Cristina Siccardi, di cui oggi ci serviamo per offrire alcuni dettagli della sua splendida vita: Pier Giorgio Frassati. Parsifal e alpinista di Cristo, ed. riveduta e aggiornata, San Paolo, Cinisello Balsamo 2025, pag. 13. La diffusione planetaria del culto sul beato è stata tale che in Italia è stato proclamato patrono di tutte le Confraternite italiane, con decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti l’8 giugno 1990. Si consigliano, altresì, di Luciana Frassati, La carità di Pier Giorgio, prefazione di Luigi Gedda, Edizione Paoline, Roma 1951. Al lettore più curioso si ricordi che il professor Gedda coordinò e guidò i Comitati civici che nel 1948 portarono alla vittoria la Democrazia Cristiana con i due giganti della politica cattolica nel nostro Paese: Alcide De Gasperi e Aldo Moro. Sono anni in cui la più alta forma di carità, l’attenzione per il popolo nella polis, vede l’incrocio di personalità provenienti da ogni angolo dello Stivale, a delineare il principio personalistico della Costituzione del 1948. Sono sempre suoi altri due utili testi: La piccozza di Pier Giorgio, Sei, Torino 1995 e Lettere, da lei curate e con prefazione di Luigi Sturzo, Editrice Studium, Roma 1950.
Tra i moltissimi giovani studiosi che arrivarono a Roma all’inizio degli anni 50, vi era il giovane prof.re Emilio Lonero, fratello di mia madre, grande collaboratore di Gedda e Carlo Carretto, membro della Fuci e dell’Azione Cattolica, poi finissimo organizzatore e narratore del cinema italiano e internazionale. Fu nel 1960 direttore della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, insegnando poi, fino all’ultimo suo giorno, la Settima Arte alla Lumsa di Roma.
2. Nicola Gori, Eucarestia. La mia autostrada per il cielo. Biografia di Carlo Acutis (1991-2006), San Paolo, Cinisello Balsamo 2024. Il testo del redattore dell’Osservatore Romano tratteggia in ogni piega la semplicità sconvolgente di un santo della porta accanto.
3. San Giovanni Paolo II, allora papa, la domenica 20 maggio 2020 lo definì “uomo delle beatitudini” e ne evidenziò che il suo zelo apostolico e la sua santità erano “da ricercare nell’itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione anche notturna, del santissimo sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici …”. Si veda: Beatificazione di Pier Giorgio Frassati, Omelia di Giovanni Paolo II, domenica 20 maggio 1990, nel sito della Santa sede.
4. Siccardi, Pier Giorgio Frassati, op, cit., pag.194.
5. Idem, pag.195.
6. Gori, Eucarestia. La mia autostrada, op.cit., pp.78-79. Per le note, 4-5 e 6 immenso è stato il lavoro spirituale di S. Pio con i suoi coraggiosi figli suscitati dallo Spirito Santo. Un esempio, fra i tanti, il sacerdote valenzanese don Domenico Labellarte, che continuò il suo lavoro, con un grande apostolato in ospedale. Si veda il bel testo memoriale del medico di San Giovanni Rotondo, Michele Germano, Dal dolore alla speranza. Storie di vissuto quotidiano nell’Opera di San Pio, Aga, Alberobello 2022.
7. Siccardi, pp. 134-135.
8. Gori, pp. 87-88.